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Pisa, Tre Palazzi di Chiesa

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Presentazione

Il complesso dei tre palazzi era situato all’inizio del Lungarno Galilei, accanto alla residenza della famiglia di armatori Scotto, i quali, oltre al palazzo omonimo, acquistarono anche il parco oggi trasformato in giardino pubblico. Il terzo palazzo, sul lato del fiume, fu distrutto durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Al loro rientro da Bagni di Pisa nell’ottobre del 1821, i coniugi Shelley affittarono l’ultimo piano (Mary Shelley a Maria Gisborne, 25 ottobre 1821),  dove tennero un vivace salotto e condussero un’intensa vita sociale. In quello stesso periodo presero in affitto, sull’altro lato del Lungarno, Palazzo Lanfranchi (oggi Palazzo Toscanelli, sede dell’Archivio di Stato) per Lord Byron (Percy Shelley a Mr. Gisborne, 25 ottobre 1821).  Con lui gli Shelley formarono un circolo inglese che includeva i coniugi Williams, i “Mason” (George William Tighe e Lady Mountcashell), John Taaffee e Thomas Medwin.

Durante il soggiorno ai Tre Palazzi di Chiesa, Shelley compose il dramma lirico Hellas, concepito come celebrazione della Guerra d’Indipendenza greca, un avvenimento cruciale sul quale Shelley riteneva che l’opinione pubblica inglese mantenesse un silenzio inaccettabile, oltre a fornire un ignobile supporto all’oppressore turco. Nel poema Shelley racconta gli avvenimenti dal punto di vista del nemico, adottando uno stratagemma diegetico mutuato da Eschilo, e aggiunge un coro formato da prigioniere greche alla corte del sultano. Shelley dedicò il poema ad Alessandro Mavrocordato (1791-1865), assiduo frequentatore del circolo degli Shelley a Pisa dal novembre del 1820 al giugno del 1821, quando fece rientro in patria dopo la proclamazione dell’indipendenza della Grecia. Mavrocordato fu tra gli autori della prima costituzione greca del 1822 e ricoprì in seguito diversi incarichi nel nuovo Stato indipendente. La guerra d’indipendenza era iniziata nel febbraio del 1821, e la presenza del principe Mavrocordato a Pisa fu senza dubbio un catalizzatore dell’ispirazione poetica di Shelley.

 

Testimonianze

  • Lettera di Percy Shelley a Mr. Gisborne, 25 ottobre 1821 (in The Letters of Percy Bysshe Shelley, II,  667-668)

Ti ho già detto che Lord Byron sta per stabilirsi a Pisa & che ha in programma di dare alle stampe un periodico in collaborazione con Hunt? La sua casa – quella di Madame Felichi – è già stata presa e arredata per lui, e lo si attende ogni giorno da sei settimane. La Guiccioli, la sua cara sposa [in italiano] che lo segue con impazienza, è una graziosa, sentimentale, sciocca superficiale italiana, che ha sacrificato un’enorme fortuna per vivere con per Lord Byron; e che, se conosco un minimo il mio amico, lei o la natura umana, avrà in futuro tutto il tempo e l’occasione per pentirsi della sua avventatezza. Lord B. si è tuttavia completamente liberato delle sue abitudini più grossolane – per quanto riguarda le abitudini, almeno – le idee perverse su cui si fondavano non sono però ancora estirpate.

Abbiamo arredato una casa a Pisa e intendiamo farne il nostro quartier generale. Mi farò arrivare tutti i miei libri e mi asserraglierò – come un ragno nella sua tela.

 

  • Mary Shelley a Maria Gisborne, 25 ottobre 1821 (in The Letters of Mary Wollstonecraft Shelley, L 1, 209)

Eccoci qui a Pisa, dopo aver arredato dei bellissimi appartamenti per noi stessi e, cosa ancora più importante, aver pagato i mobili con i frutti di due anni di risparmi. […] Scommetto che conosci la casa, accanto alla casa dei La Scoto, sul lato nord del Lung’Arno: ma le stanze che abitiamo si trovano a sud e si affacciano sull’intera campagna fino al mare, così che siamo completamente lontani dal trambusto e dai fastidiosi puzzi, ecc. della città, e quasi non ci accorgiamo di esserne immersi fino a quando non scendiamo in strada.

 

  • Prefazione e note di Mary Shelley alle poesie, “Hellas”, (Teatro, prose, lettere, ed. F. Rognoni, 2019, p. 1030)

Allora, come ho detto – nel 1821 – Shelley, come ogni altro amante della libertà, considerava i moti in Spagna  e in Italia decisivi per i destini del mondo, probabilmente per secoli a venire. Seguiva il procedere degli eventi con vivissimo interesse. […] Vivevamo a Pisa a quel tempo; e diversi Italiani ben informati, alla testa dei quali possiamo collocare il famoso Vaccà, venivano sempre a trovarci, perché Shelley simpatizzava con le loro speranze – benché non condividesse affatto la disperazione in cui troppo spesso essi indulgevano, fondata sul disprezzo per i loro compatrioti del meridione.

 

Immagini

I Tre Palazzi di Chiesa prima della Seconda guerra mondiale 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=368291227141198&set=pcb.368291293807858

 

I Tre Palazzi di Chiesa oggi

https://www.turismo.pisa.it/luogo/palazzo-chiesa

 

Testi

 

  • Hellas, dramma lirico,1821, vv. 197-238 (Opere poetiche, ed. F. Rognoni, 2019, pp. 1006-1011)

Coro

Mondi su mondi scorrono in eterno

da creazione a declino,

come su un fiume bolle che sfavillano,

scoppiano e via sono spinte.

Ma restano immortali quelli che,

avanti e indietro correndo fra il portale

d’oriente della Nascita e il buio abisso della Morte,

vestono il loro incessante volo

con l’effimera polvere e la luce

raccolta attorno ai loro carri mentre avanzano;

nuove forme possono ancora ordire,

nuovi Dèi, nuove Leggi ricevere,

fulgidi od opachi sono, come le vesti che al fine

avevano gettato sull’ignudo costato della Morte.

Una Potenza venne dal Dio ignoto,

un vincitore prometeico,

calpestò come in trionfo

le spine di morte e di vergogna.

Una forma mortale era per lui

come il vapore fioco

che il pianeta d’oriente anima di luce;

Peccato, Inferno, e Schiavitù

Vennero come domestici segugi,

miti, senza aggredire, finché il loro Signore prese il volo;

la luna di Maometto

sorse e tramonterà,

mentre innalzata come sull’immortale culmine del Cielo

la croce guida generazioni avanti.

Ratte come le forme fulgide del sonno

da uno che ha sognato il Paradiso

volano via, quando il meschino si risveglia al pianto,

e il Giorno spunta col suo sguardo vuoto;

così rapide e flebili e leggiadre,

le Potenze della terra e dell’aria

fuggiron dalla stella dell’ovile di Betlemme;

Apollo, Pan e Amore,

lo stesso Giove olimpio

indeboliti, ché la Verità assassina era rifulsa su di loro;

i nostri colli e i mari e le correnti

dei loro sogni spopolati,

le loro acque volte in sangue e la rugiada in lacrime,

piansero l’età dell’oro.

 

Bibliografia

Curreli, Mario, Una certa Signora Mason. Romantici inglesi a Pisa ai tempi di Leopardi, Pisa, Edizioni ETS, 1997.

D’Amico, Masolino, Lord Byron. Vita attraverso le lettere, Torino, Einaudi, 1989.

Rognoni, Francesco, “Notizie sui testi e note di commento”, in P. B. Shelley, Opere poetiche, Milano, Mondadori, 2018.

Shelley, Mary, The Letters of Mary Wollstonecraft Shelley, ed. B. T. Bennett, Baltimore and London, The Johns Hopkins University Press, 1980, 3 vols.

Shelley, Mary, The Journals of Mary Shelley, 1814-1844, eds P. R. Feldman and D. Scott-Kilvert, Oxford, Clarendon Press, 1987, 2 vols.

Shelley, Percy Bysshe, The Poetical Works of Percy Bysshe Shelley, ed. M. Shelley, London, Edward Moxon, 1839.

Shelley, Percy Bysshe, The Letters of Percy Bysshe Shelley, ed. F. L. Jones, Oxford, Clarendon Press, 1964, 2 vols.

Ultimo aggiornamento

22.09.2025

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