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Presentazione
Da secoli luogo di ritrovo di stranieri che ne apprezzavano le bellezze paesaggistiche e i tesori termali, Bagni di Lucca accolse, per tutto l’Ottocento, una comunità inglese molto nutrita, che trascorreva nella Val di Lima lunghi periodi tra la primavera e l’autunno, ben oltre la canonica villeggiatura estiva. Fin dal 1818, anno in cui Percy e Mary Shelley soggiornarono a Casa Bertini al Bagno al Villa, gli inglesi erano numerosissimi, tanto che l’autrice di Frankenstein si lamentava, nelle sue lettere, di sentir parlare soltanto inglese nei dintorni (Mary Shelley a Maria Gisborne, 2 luglio 1818). Gli storici stimano che nel 1834 fossero presenti a Bagni ben 10.000 stranieri, la maggior parte dei quali inglesi (Cherubini, 1972, p. 61).
Al fine di offrire supporto religioso ai connazionali, a partire dal 1838 il cappellano della comunità inglese a Pisa, George Robbins, fu incaricato di risiedere ai Bagni di Lucca durante i mesi estivi. Non stupisce che un gruppo di residenti così consistente ambisse ben presto a ottenere degli spazi da dedicare al proprio culto e alla sepoltura dei morti. Fu il reverendo Robbins a ricevere, nel luglio 1840 dal Duca Carlo Ludovico di Borbone, l’autorizzazione alla costruzione di una chiesa (oggi sede della Biblioteca comunale), che venne edificata alla Villa su progetto dell’architetto Giuseppe Pardini. La concessione ducale stabiliva come precisa condizione “che nessun segno esterno [potesse] dimostrare essere quel fabbricato una Chiesa o Cappella” (Giambastiani, 1994, p. 20), ovviamente per non urtare la suscettibilità delle autorità religiose locali che, non a caso, osteggiarono con forza il progetto. Di conseguenza, fu realizzata una costruzione sobria, dalla struttura classica, “simile a un piccolo palazzo veneziano, staccata dagli altri edifici e collocata in un luogo tranquillo” (Tolomei, 2001, p. 188).
Solo due anni più tardi, il 23 luglio 1842, il Duca ricevette un’altra petizione, stavolta per l’acquisto di un lotto di terreno da destinare a un cimitero anglicano. Anche in questo caso, l’autorizzazione fu concessa a patto che si scegliesse un luogo solitario e appartato, “considerato che i cimiteri inglesi non presentano ‘verun contrassegno che possa confonderli coi cimiteri nostri e presentando più che l’aspetto di un luogo destinato a ricevere le spoglie dei trapassati quello di un giardino tal che l’occhio del volgo si abitua piuttosto a vedere in essi un luogo destinato alla meditazione ed alla solitudine anziché un oggetto di religione’” (Tolomei, 2001, p. 188). In effetti, caratteristica peculiare del Cimitero inglese di Bagni di Lucca è la sua sistemazione a giardino, con un viale centrale, delimitato da cipressi, che sale verso una cappella per le cerimonie funebri. Su entrambi i lati del viale, il prato accoglie i monumenti in marmo secondo una pianta caratterizzata originariamente da una forte simmetria.
Per la sua realizzazione fu scelto un appezzamento di terreno conosciuto come Prato Santo, sul lato sinistro della Lima, fuori dall’abitato della Villa. Il lotto fu ceduto alla Nazione Inglese da Francesco e Valente Barsantini con scrittura privata del 27 agosto 1842. Solo due giorni dopo la firma del contratto di vendita avvenne la prima sepoltura, quella del trentunenne inglese Edward Newbery, membro della Compagnia delle Indie che risiedeva alla Villa.
Tra i più attivi promotori della costruzione della chiesa e del cimitero anglicani furono i coniugi Stisted, figure di spicco della comunità anglosassone di Bagni: Henry, ex capitano dei Dragoni agli ordini di Nelson e protagonista della battaglia di Waterloo, e la moglie, Elizabeth Clotilde, si prodigarono nell’opera di raccolta dei fondi. Il cimitero fu ultimato nel giugno del 1844 con un costo di oltre 7000 scudi e, all’inizio dell’anno successivo, Elizabeth Stisted diede alle stampe il volume Letters from the Bye-Ways of Italy (1845), i cui proventi andarono a coprire parte del debito.
Il Regolamento del cimitero costituiscono un documento d’indubbio interesse, in quanto testimoniano che attorno ad esso fu creata una vera e propria organizzazione per la sepoltura degli stranieri. Questi provenivano non soltanto da Bagni e dalla Val di Lima, ma anche da altre città toscane e italiane: al di là della bellezza suggestiva del luogo spesso evocata dagli storici locali come motivo della scelta, più verosimilmente gli eredi si rivolgevano al cimitero di Bagni di Lucca proprio per l’offerta di un servizio ben organizzato, che permetteva loro, tra l’altro, di evitare i costosi rimpatri delle salme nei paesi di origine.
In questo luogo che, nelle parole di Elizabeth Stisted, la montagna “avvolge con le sue braccia distese” e in cui “la sublime quiete dell’aria non è infranta se non dal soave mormorio del fiume ai suoi piedi” (Stisted, 1845, p. 488), riposano alcuni personaggi di rilievo della cultura e dell’arte del XIX secolo. Esteticamente elegante è la tomba della scrittrice Ouida (Louise de la Ramée, 1839-1908), autrice di romanzi molto popolari tra gli anni Sessanta e Ottanta dell’Ottocento, che trascorse oltre trent’anni in Italia e morì in povertà a Viareggio. Dominano il prato sul lato sinistro del cimitero le croci funerarie di tre donne che a Bagni di Lucca vissero a lungo, lasciando un segno indelebile nella storia e nell’immaginario popolare della Val di Lima: Rose Cleveland (1846-1818), Evangeline Whipple (1857-1930), e Nelly Erichsen (1862-1918). Rose era la sorella del presidente degli Stati Uniti d’America, Grover Cleveland, e all’inizio del primo mandato del fratello ricoprì il ruolo di First lady alla Casa Bianca. Legata sentimentalmente alla vedova Evangeline Marrs Simpson fin dal 1890, Rose riallacciò la relazione con lei dopo la morte del secondo marito di Evangeline, il reverendo Whipple, e le due vissero insieme a Bagni di Lucca dal 1910 al 1918. Qui acquistarono una villa e si integrarono perfettamente nella comunità, stringendo un’amicizia profonda con l’artista Nelly Erichsen, famosa illustratrice britannica di origini danesi trasferitasi a Bagni nel 1912. Durante la Prima guerra mondiale le tre amiche si impegnarono nell’accoglienza e assistenza delle famiglie sfollate in Toscana e aprirono una scuola per gli orfani dei soldati caduti in battaglia, dove accolsero anche i bambini del paese. Nelly e Rose morirono a Bagni, durante l’epidemia di influenza spagnola, nel 1918. Nel 1928 Evangeline dedicò alla compagna il volume A Famous Corner of Tuscany, incentrato su Bagni di Lucca e la Val di Lima. Morì due anni dopo a Londra, ma chiese di essere seppellita nel luogo che aveva eletto a sua patria del cuore.
Nel Cimitero anglicano riposano anche i coniugi Stisted e Alexander Henry Halliday (1806-1870), entomologo irlandese che visse a lungo a Lucca e fu co-fondatore della Società Entomologica Italiana. Sulla tomba di Charles Isidore Hemans (1829-1876) figlio della poetessa romantica Felicia Dorothea Hemans, sono incisi alcuni versi della madre, mentre il monumento funebre di Benjamin Gibson, membro dell’Associazione archeologica di Londra, fu realizzato dal fratello, John Gibson, famoso scultore neoclassico allievo del Canova. A Bagni fu sepolto anche Heinrich Döhler (1778-1843), segretario particolare di Carlo Lodovico e maestro di lingue di Ferdinando, erede al trono del Ducato di Lucca, padre del celebre pianista e compositore Theodor Döhler, amico e rivale di Liszt, che viene ricordato da Elizabeth Stisted nelle sue Lettere italiane. Ernst Georg Frederich Gryzanowski (1824-1881), dottore in medicina e Membro dell’associazione contro la vivisezione degli animali, riposa in un sarcofago di marmo che si distingue per ricchezza di ornati e simboli massonici, peraltro molto ricorrenti nei monumenti del cimitero.
Dopo un lungo periodo di abbandono, negli anni Duemila sono cominciati i lavori di recupero del cimitero anglicano, a partire dalla Cappella, restaurata nel 2002. Nel 2012, la gestione del sito è passata alla Fondazione culturale Michel de Montaigne e alla sezione di Bagni di Lucca dell’Istituto Storico Lucchese. Le successive operazioni di restauro hanno provveduto dapprima alla bonifica del sito e alla ricucitura del muro perimetrale, quindi alla piantumazione di nuovi cipressi. Successivamente, grazie a una raccolta di fondi che ha coinvolto molti privati cittadini, si è proceduto al restauro lapideo dei monumenti, 89 in tutto tra il 2012 e il 2025. Una sezione del sito della Fondazione Montaigne (https://www.fondazionemicheldemontaigne.it/) è interamente dedicata al Cimitero inglese e all’opera di restauro.
Testimonianze
Lettera di Mary Shelley a Maria Gisborne, giovedì 2 luglio 1818 (in The Letters of Mary Wollstonecraft Shelley, I, p. 74)
[a] Bagni […] dove sono certa che rimarreste incantata da ogni cosa, fatta eccezione per gli Inglesi che si affollano qui in gran numero, tanto da escludere quasi del tutto gli Italiani. A tal punto che ritengo che sarebbe più facile avere una conversazione in italiano in Inghilterra che qui, nel loro stesso paese. Non incontriamo che inglesi, non udiamo che la lingua inglese. I viali sono pieni di balie inglesi, un genere di creatura che non mi piace affatto, e di donne inglesi arroganti e sfrontate, che, col loro andare a cavallo, stupiscono gli italiani, che usano farsi trasportare sempre in portantina.
Regolamento del Cimitero inglese di Bagni di Lucca
Elizabeth Clotilde Stisted, Letters from the Bye-Ways of Italy, London, Murray, 1845, pp. 487-488.
Il nostro cimitero è proprio il luogo che un cuore afflitto sceglierebbe quale ultima dimora terena di un oggetto caro. La sublime quiete dell’aria non è turbata se non dal dolce mormorio del fiume che scorre alla sua base, mentre una montagna maestosa, che s’innalza alle sue spalle come una Provvidenza misericordiosa e compassionevole, avvolge con le braccia distese, nel suo manto di foresta, il giovane e supplichevole cimitero, che pare implorare rifugio e protezione ai suoi piedi. Persino lo sguardo troppo vivace del giorno è, per pietà, velato dal verde che circonda il sacro recinto. Un viale di cipressi conduce il corteo funebre, con dolce ascesa, alla piccola cappella ove si compiono le ultime esequie. Il tempo arricchirà questo luogo consacrato tanto in bellezza quanto in significato.
Elizabeth Clotilde Stisted, Letters from the Bye-Ways of Italy, London, Murray, 1845, pp. 487-488.
Abbiamo appena ricevuto la gradita visita del signor Theodore Döhler, il quale è rientrato soltanto ieri da Copenhagen, ove ha esercitato i suoi brillanti talenti musicali. Ho già menzionato, in una mia precedente corrispondenza, la nostra conoscenza di lunga data con questo stimabile giovane.
Suo padre, uomo rispettabile, fu uno dei precettori del Principe di Lucca, nonché membro della Chiesa Luterana. Egli è deceduto a maggio, divenendo il secondo ospite del nostro cimitero. Il figlio è giunto per piangere sulla sua tomba e per intrattenersi con gli amici, ai quali attribuisce il merito di aver assicurato al genitore un luogo di riposo in questa valle […] Dopo una mesta visita al cimitero, il nostro giovane amico è tornato a trascorrere la giornata con noi; lo abbiamo trovato invecchiato rispetto ai suoi anni, ma uguale nel carattere, e del tutto immune alle lusinghe del mondo. Ci ha parlato con calore della gentilezza che ha incontrato ovunque, ma il suo pensiero tornava incessantemente alla tomba del padre. Ci ha detto di aver portato da Parigi delle litografie raffiguranti i monumenti del Père Lachaise, per poterne scegliere uno adatto. Ha poi domandato come siano stati raccolti i fondi per la nostra cappella e per il cimitero e quando gli ho parlato del debito e gli ho confidato ciò che umilmente stavo tentando per estinguerlo, ha esclamato: “Dovete permettermi di aiutarvi. Perché non dovrei offrire un concerto a favore di una causa che ora mi è tanto cara?” La proposta era degna di lui e abbiamo accettato.
*Il mese successivo il signor Döhler ha spedito il suo pregiato pianoforte di Lipsia e tenuto un concerto per il cimitero, che ha fruttato cento corone—evento raro, giacché i concerti riescono di rado così bene in questo posto.
Da Felicia Dorothea Hemans, “The Graves of a Household”, The New Monthly Magazine, XIV, 1825.
And one—o'er her the myrtle showers
Its leaves, by soft winds fann'd,
He faded 'midst Italian flowers,
The last of that bright band.
E uno — su di lui il mirto lieve
Sparge le foglie al vento soave,
Tra fiori d’Italia egli svanì,
L’ultimo di quella schiera soave.
[Le traduzioni dall’inglese sono a cura dell’autrice della presente scheda.]
Immagini
Chiesa inglese di Bagni di Lucca
Mongolo1984, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Facciata della Chiesa inglese
Fondazione Michel de Montaigne https://www.fondazionemicheldemontaigne.it/
Interno della Chiesa inglese - Biblioteca municipale "Adolfo Betti"
Pietro Petrus, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Pianta del Cimitero inglese del 1842
“The English Cemetery – Established at the Baths of Lucca August 1842”, Archivio storico del Comune di Bagni di Lucca. Arianna Tolomei e Ilaria Garibaldi, “Il restauro del Cimitero anglicano di Bagni di Lucca”, in L. Giambastiani (a c. di), Il cimitero anglicano ai Bagni di Lucca, 2003, p. 83.
Cimitero inglese di Bagni di Lucca
Foschifrancesco, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Cappella del Cimitero inglese
Mongolo1984, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Tomba di Ouida
Mongolo1984, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Tombe di Evangeline Whipple, Rose Cleveland, Nelly Erichsen
Mongolo1984, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Tomba di Ernst Georg Frederich Gryzanowski
Mongolo1984, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Ultimo aggiornamento
20.08.2025